Fare indagini preliminari per la bonifica bellica con il georadar è un lavoro molto noioso. Si tratta di creare una griglia molto fitta e, come si dice in gergo, ‘falciare’ un’area con strisciate parallele in entrambe le direzioni alla ricerca delle cosiddette ‘anomalie’.
Certo pensare che oggi stiamo ancora cercando ordigni inesplosi lanciati ottant’anni anni fa, è una cosa che leva il sonno, specialmente in questa congiuntura storica in cui il telegiornale della sera ci regala immagini raccapriccianti di bombe sempre più cattive tirate in quantità sempre maggiori e sempre su gente che di guerre ne farebbe francamente a meno.
Ma questo abbiamo.
Tornando al ‘falciare’, si dice così perché il nostro georadar assomiglia proprio ad un tagliaerba da giardino, con quattro ruote e uno che spinge avanti e indietro in un campo. Il sistema è abbastanza intuitivo: lo strumento emette delle radiazioni nel terreno e registra le riflessioni che tornano indietro. Se il terreno è uniforme la risposta è omogenea, se c’è un corpo con caratteristiche diverse, la riflessione è significativamente diversa: la cosiddetta anomalia.
Nella maggior parte dei casi le anomalie risultano allineate, cioè le ritroviamo in più strisciate, e in questo caso è facile dire che non sono ordigni inesplosi, ma per fortuna, utili sottoservizi che portano acqua, luce e gas a chi ne ha bisogno per vivere in serenità la pacifica vita che ci è toccata in sorte.
Qualche volta le anomalie sono isolate, ed allora si cerca di raffittire le strisciate per capire il tipo di materiale. E’ un plinto di cemento sepolto? Un vecchio tombino? Un residuo di una vecchia radice? Di solito con un po’ di pazienza e un attento lavoro di interpretazione ci convinciamo che non è metallo, che è troppo piccolo o troppo grosso; insomma si esclude che là sotto ci sia qualcosa di potenzialmente pericoloso.
Quella volta però non eravamo convinti per nulla. L’oggetto era lungo qualche decina di centimetri, chiaramente di metallo (la risposta era nettissima), e guardando meglio ci sembrava che avesse ad una estremità una forma strana. Qualcuno di noi, in questi casi l’interpretazione non la fa una persona sola, ha detto la cosa che tutti temiamo: e se fossero alette?
L’interpretazione geologica ci faceva presupporre che ci fosse una trentina di centimetri di riporto, e proprio alla base compariva l’anomalia. In prima approssimazione troppo superficiale per una bomba d’aereo, ma come sarà messa? Obliqua? Verticale? E se fosse un proiettile di cannone? Quanto era grosso un proiettile da artiglieria della Seconda Guerra Mondiale? Ci fidiamo a mandare gli escavatori a fare i lavori di sterro in tutta tranquillità?
Purtroppo, anche le ricerche storiche non ci hanno aiutato ad escludere la possibilità che quella zona non fosse stata battuta, con la maledetta Linea Gotica così vicina! E quindi abbiamo dato al Comune la brutta notizia: “l’indagine preliminare ha dato esito positivo”. Il che vuol dire che è una grana!
Il giardino della scuola (sì eravamo in una scuola!) è stato recintato e sono arrivati gli esperti per estrarre l’anomalia. Per fortuna non era una bomba ma una meravigliosa brocca di ferro del diametro di venti centimetri e la lunghezza di una quarantina. La parte di sopra era effettivamente irregolare: grazie! Era l’elegante bocca, altro che alette! Una brocca un tempo smaltata, che chissà quante volte ha versato l’acqua nella bacinella per lavarsi il viso quando nelle case non c’era l’acqua corrente. E chissà quale percorso l’ha condotta a quaranta centimetri di profondità in quello che poi è diventato il giardino di una scuola. Meno male, un’utile brocca al posto di una stupida bomba.
Curioso mestiere è il nostro, con pochi dati, (sempre pochi per definizione) costruiamo modelli su come è fatto il sottosuolo, e di quali processi abbiano concorso per renderlo ciò che è oggi. Ciò che noi ipotizziamo che sia.
Curioso mestiere, ma incredibilmente affascinante.
Studi e riflessioni intorno al mondo dei fenomeni scientifici legati alla geologia, contributi inediti nati dalle nostre esperienze professionali.